Il lupo in Italia

Espansione del lupo appenninico sulle Alpi


Distribuzione dei lupi in Italia e nel Mondo

Il lupo (Canis lupus) è un mammifero placentato appartenente alla famiglia dei Canidi, ordine sistematico dei carnivori. La specie è suddivisa in 13 sottospecie, differenti a seconda di caratteristiche fenotipiche, genetiche e comportamentali. Un tempo presente in quasi tutte le zone dell'emisfero boreale, nei secoli scorsi questo predatore è stato perseguitato da una caccia indiscriminata che ne ha minacciato l'esistenza portando alcune specie sull'orlo dell'estinzione. Negli ultimi decenni sono stati avviati numerosi piani di protezione e re-introduzione, ma la caccia è ancora permessa in molti stati. Attualmente il lupo è presente in Alaska, Canada, Groenlandia, Russia, Siberia (popolazioni a basso rischio di estinzione); in Europa dove è considerato specie a rischio in molti paesi anche se ultimamente grazie ai piani di protezione il numero di esemplari è in aumento; mentre in Arabia, Messico, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Africa del nord la specie è considerata a rischio critico. Il lupo si è ormai estinto nelle isole di Honshu, Shikoku, Kyushu e Hokkaido.

In Italia, a partire dagli inizi del '900, incominciarono le persecuzioni nei confronti del lupo appenninico. Rapidamente, la popolazione diminuì di numero: i lupi scomparvero definitivamente dalle Alpi, dalla Sicilia, e negli anni successivi anche negli Appennini si riscontrò un forte calo della popolazione. Nel dopoguerra la situazione divenne sempre più grave, finchè negli anni '70 la popolazione del lupo in Italia raggiunse un numero di 100-110 esemplari. A partire dagli anni '70 si attuarono quindi le prime politiche di conservazione riuscendo ad arrivare così ad una popolazione di circa 200 individui un decennio dopo, e di circa 400 lupi negli anni '90.

La popolazione odierna del lupo in Italia conta circa 2000 esemplari, secondo le ultime stime più ottimistiche. Purtroppo continuano tuttora alcune campagne di persecuzione attraverso fenomeni come il bracconaggio. Il predatore, oggi, è presente sull'intera catena degli Appennini, sulle Alpi, nelle zone collinari di Lazio e Toscana.


Caratteristiche fisiche del lupo appenninico

Il lupo appenninico è più piccolo rispetto al lupo comune: il peso di un esemplare maschio si aggira attorno ai 30-35 Kg, mentre nell'esemplare femmina il peso è di circa 20-25 Kg. La lunghezza media è di circa 120 cm, mentre l'altezza è di circa 50-70 cm. Il pelo è di colore grigio-marrone. Il lupo ha arti lunghi, zampe larghe e un'ottima capacità di resistenza grazie alla quale può coprire oltre 30 km con un trotto costante alla velocità di 6 -10 km/h. L'odorato è il senso più sviluppato, l'olfatto del lupo è infatti 100 volte più sensibile di quello dell'uomo e può individuare la sua preda ad un chilometro di distanza.

Benchè la loro vista notturna del lupo sia molto sviluppata non sono in grado di focalizzare oggetti lontani più di 23 metri circa. Un esemplare adulto può udire l'ululato dei suoi simili a oltre 15 km di distanza, perché ha un udito molto sensibile (20 volte più dell'uomo). Le mandibole possono esercitare una pressione di oltre 100 kg per cm2. Le larghe zampe sono dotate di 5 cuscinetti carnosi che a contatto con la neve si dilatano per offrire una base d'appoggio più ampia.

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Comportamento

Il lupo è un animale sensibile ed intelligente, che può essere insieme individuo e animale sociale. Un animale che si prende cura dei suoi malati, protegge la famiglia e ha bisogno di essere parte di qualcosa che sia più grande di lui: il branco. La struttura sociale del branco è formata dalla coppia dominante (detta Alfa), da un individuo o una coppia detta Beta (che ricopre il ruolo di vicecapo), da alcuni individui di medio rango, e da uno o più lupi di basso rango, detti Omega. I lupi dominanti hanno un comportamento predominante caratterizzato dal tenere testa e coda ben alta e le orecchie dritte; viceversa gli altri membri dimostrano la loro sottomissione leccando loro il muso e tenendo testa, coda e orecchie più basse dell'individuo di posizione gerarchica superiore. Ogni esemplare del branco ha un ruolo ben preciso: gli Alfa comandano tutto il gruppo, i Beta comandano i lupi di medio rango, tutti gli adulti comandano gli individui di medio e basso rango. Il gradino più alto e quello più basso della scala gerarchica generalmente sono fissi (tranne che in caso di morte o di ferimento grave) mentre all'interno del medio rango i cambiamenti sono frequenti. L'esemplare Omega ha come ruolo quello di invogliare al gioco e stemperare i conflitti, ma in genere è sempre l'ultimo a mangiare e deve sopportare l'aggressività del resto del branco. Il comportamento di un branco ben organizzato fa parte della strategia di sopravvivenza, infatti la mancata collaborazione di un individuo della squadra potrebbe comportare un insuccesso durante la caccia e alla rinuncia forzata ad un pasto. Le dimensioni del branco vanno da 3 o 4 membri sino a un massimo di 20 o 30, questo dipende principalmente dalle zone in cui i lupi vivono ed è legato alle prede che essi devono cacciare. Infatti per vincere una preda grande (per es. un cervo) sono necessari molti individui, mentre per una preda di medie dimensioni sono sufficienti pochi lupi. Alcune volte un esemplare abbandona il branco e può vagare solitario per diverso tempo prima di essere accettato da un nuovo gruppo. Durante questo periodo la vita è molto difficile ed è per questo motivo che la mortalità tra i lupi solitari è molto alta. Se nel branco è presente una cucciolata (generalmente solo gli individui Alfa hanno il diritto di accoppiarsi) tutti i lupi se ne occupano e svolgono una funzione protettiva. I cuccioli solitamente hanno il permesso di mangiare per primi con gli individui dominanti, successivamente seguendo la scala gerarchica anche il resto del branco si può sfamare. Gli esemplari più giovani si mettono costantemente alla prova: i più veloci, forti, coraggiosi e intelligenti dominano sugli altri; le loro qualità determineranno la posizione gerarchica che andranno a ricoprire quando avranno raggiunto, a circa 2 anni di vita, l'età adulta.


Alimentazione del lupo appenninico

La dieta del lupo appenninico prevede principalmente ungulati di taglia media (cinghiali, caprioli e daini) ma in assenza di questi, si nutre anche di animali di taglia inferiore (piccoli roditori, etc.). In Italia, il lupo si è adattato alla presenza umana e così anche la sua nutrizione; in alcune zone, infatti, questi animali non ignorano i rifiuti e, in minima parte anche il bestiame domestico.


Riproduzione del lupo

Il corteggiamento avviene durante i primi mesi dell'anno, mentre l'accoppiamento durante la seconda metà di marzo. La gestazione dura circa due mesi e il numero di nuovi nati varia a seconda dell'età della madre: dai 2 agli 8 cuccioli.


Distribuzione in Italia

Oggi, il lupo è presente sull'intera catena degli Appennini, sulle Alpi Occidentali e Centrali, in Lazio e in Toscana. Nel 1971 i lupi rimasti in Italia sono due o trecento. In quell'anno parte la campagna del Parco d'Abruzzo e del WWF, significativamente chiamata "Operazione San Francesco". Poi, nel 1976, quando ormai si stima che la popolazione sia ridotta a cento individui, finalmente vengono promulgate le prime leggi di protezione. Nel 1982 a Ginevra, una convenzione europea dichiara il Canis-lupus "specie gravemente minacciata". In questi ultimi vent'anni, lentamente (anche perché non sono cessate del tutto le uccisioni), la specie ha ripreso vigore e poco alla volta ha colonizzato nuovi territori, risalendo lungo la dorsale appenninica fino alle Alpi piemontesi sconfinando anche in Francia. Negli anni scorsi è stata segnalata la presenta di alcuni esemplari in Svizzera, Valle d'Aosta, Lombardia e Trentino. Probabilmente la diffusione del lupo in Italia non si arresterà ed è auspicabile per i prossimi anni il ricongiungimento della popolazione del lupo appenninico con la popolazione del lupo sloveno (alcuni esemplari sono stati segnalati nel Friuli Venezia Giulia a partire dall'anno 2000).


Il ritorno del lupo in Piemonte

In Piemonte, si è tornati a parlare del lupo dal 27 dicembre 1987 quando un cacciatore di Breil, sulle Alpi Marittime, abbatté un esemplare durante una battuta al cinghiale. Per ritrovare un avvenimento analogo bisognava andare a ritroso nel tempo di 66 anni quando nelle valli Monregalesi l'ultimo esemplare, una femmina, cadeva vittima di una battuta di caccia. Da una ventina d'anni si è tornati a parlare del lupo nel nord ovest della penisola, prima sull'Appennino Ligure, poi, in tempi più recenti nel parco francese del Mercantour, quindi sulle Alpi Marittime e, successivamente, nelle valli Susa e Chisone, dove è stata provata la presenza di branchi stabili e sono stati addirittura filmati. La presenza del lupo in Piemonte comporta anche dei problemi soprattutto per la pastorizia. Tuttavia è possibile convivere con questo predatore prendendo da parte dei pastori alcune precauzioni e attivando contromisure come l'utilizzo dei cani addestrati a respingere il lupo, usando recinti elettrici, o simili.

Maggiori informazioni sulla diffusione del lupo in Piemonte e sulle Alpi sono consultabili sulla brochure PDF del progetto Life WolfAlps a questo link.

Per quanto riguarda l'espansione del lupo in Italia Rapporto Grandi Carrnivori 2018 (.pdf) redatto dalla Provincia Autonoma di Trento.

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